Ad Arezzo non si dice “gateau” alla maniera francese ma “gattò” e il gattò aretino è il dolce tipico della città. Sono stati infatti gli aretini a riprendere un nome francese per un dolce chiamato, nel resto della Toscana, “salame dolce”. Lo troviamo anche ai tempi della famiglia contadina quando si usava prepararlo in occasione soprattutto di matrimoni e altre feste.
La ricetta parte da tre chiare d’uovo montate a neve a cui si aggiungono tre cucchiai di zucchero e poi, uno alla volta, tre tuorli d’uovo. Si continua con l’aggiunta di tre cucchiai di farina e, infine, un cucchiaino e mezzo di lievito, lavorando il tutto fino a ottenere un composto omogeneo che va versato in una teglia rettangolare con sotto un foglio di carta oleata, imburrata e infarinata, e messo in forno caldo per 15 minuti. Una volta cotto, la pasta va bagnata prima con del vin santo e dell’alchermes e poi cosparsa con della crema pasticcera e con del cioccolato. Avvolgiamo il dolce con l’aiuto della carta e otteniamo un tronchetto, su cui cospargere lo zucchero a velo.
Questa è la mia variante primaverile Panna e fragole
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Mmmmmm...deve essere squisito...tu dentro hai messo panna e fragole??....una fertina grazie! Chiara. *_~
RispondiEliminaMMM..... adoro il gattò Susy!
RispondiEliminaLa mia versione estiva è crema, panna montata e more.
E se mi autoinvito e mi mangio una bella fetta di questo squisito gattò alle fragole? Baci, Dani
Viva Arezzo e il gattò!
Wow! Io sono allergica al cioccolato, ma addenterei volentieri questo alle fragole. Brava Betty.
RispondiEliminaQuesto dolce attira assai
RispondiEliminaHummm!!!!sprizza bontà e....gioia da tutte le parti.
RispondiEliminaGrazie per la ricetta...proverò a farla
Laura